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La tua scelta

Tu, Global Minister for Future Generations, salverai la Terra?

di am

Illustrazioni di Carlotta Gambino

Questa settimana il Financial Times ha pubblicato The Climate Game: un gioco in cui, come Global Minister for Future Generations, l’utente ha il compito di guidare la transizione verso un futuro ad emissioni zero, evitando le catastrofiche conseguenze del cambiamento climatico. 

Prima di scrivere questo breve articolo ci siamo interrogati sul senso di rimandare ad un contenuto esterno ed apparentemente distante dalle dinamiche torinesi di cui ci occupiamo. Abbiamo infine deciso di procedere sulla base di quattro importanti motivazioni: l’elevato livello tecnico-scientifico del gioco; la sua forza comunicativa; il suo potere di coinvolgimento; il fatto che il cambiamento climatico sia un fenomeno globale, ma con un impatto sproporzionato sulle periferie del mondo. Dopo questo dovuto preambolo qualche considerazione su The Climate Game.

Il Ministro affronta 3 round nel periodo 2022-2050 con l’obiettivo di ridurre il più possibile le emissioni planetarie e così frenare il riscaldamento globale. Ogni round è formato da una serie di domande-scelte con diverso prezzo, si tratta quindi di allocare il budget nella maniera più efficace con l’aiuto di un advisor, anch’esso parte del gioco. Un piccolo suggerimento: il gioco è basato sulla ricerca scientifica e questa, ormai da decenni, indica che il costo delle misure volte a fronteggiare il cambiamento climatico incrementa con il passare del tempo ed è inversamente proporzionale al grado di inattività.

A questo punto è interessante una riflessione sulla complessità di The Climate Game. Bisogna infatti considerare che: un Global Minister for Future Generations non esiste; che il gioco pone una scelta limitata di opzioni; che non si considerano spinte lobbistiche contro la transizione; infine, ma non meno importante, che la gestione degli effetti collaterali della transizione, per esempio in termini di perdita di posti di lavoro e cambiamento dello scenario geopolitico, non viene proposta. Queste mancanze sono giustificate dal fatto che si tratta di un semplice gioco, ma sono comunque necessarie per un’ultima considerazione.
Alla fine di The Climate Game, infatti, vengono fornite le statistiche di successo. Queste – alla conclusione della mia sessione – mostravano che: il 2% dei partecipanti è riuscito a contenere il riscaldamento globale al di sotto di 1.5 gradi (siamo salvi); il 17%, compreso me, ha contenuto il riscaldamento entro i 2 gradi (siamo parzialmente salvi); tutti gli altri non sono riusciti a contenere il riscaldamento entro queste soglie (siamo fottuti).

Ora, se in un semplice gioco salvare la Terra risulta così difficile, questo deve farci riflettere su quanto sia complicato fronteggiare in maniera efficace – e perché no, efficiente – il cambiamento climatico. Così dovremmo chiederci nel gioco, come nella vita, qual è la nostra scelta.

The Climate Game: https://ig.ft.com/climate-game/

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